OMELIA ALL’ORDINAZIONE PRESBITERALE DI FIORAVANTE D’AMATO

Abbiamo cantato come ritornello del salmo responsoriale “La pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d’angolo”. La pietra scartata diventa la più bella e la più importante perché è quella che sostiene l’intera costruzione. La pietra di cui parla il salmo 117 è Gesù. San Pietro, dopo il miracolo alla porta bella del tempio, “Non ho né oro né argento, ma quello che ho te lo do; nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, alzati e cammina” – è la prima lettura di questa celebrazione tratta dagli Atti degli Apostoli – risponde ai capi dei Giudei parlando del Cristo, annunciato dai profeti, crocifisso e risorto per la salvezza di tutti. È nel Suo nome che lo storpio guarisce e riprende a camminare.

Ogni giorno il seguace di Gesù deve sentirsi chiamato a guarire dalle storture che possono piegare lo spirito obbligandolo all’immobilismo interiore, a radicarsi saldamente sulla testata d’angolo che è il Signore Risorto, a costruire la sua vita sulla roccia spirituale e a non temere le avversità che potrebbero turbare l’anima.

Papa Francesco ci ha recentemente donato l’Esortazione apostolica Gaudete et exultate nella quale ricorda ad ogni battezzato l’universale vocazione alla santità. Nessuno è escluso, tutti sono chiamati a farsi santi. E anche se questo ci sembra difficile e, per qualcuno, irraggiungibile, resta lo scopo della nostra vita, il traguardo da conquistare con l’aiuto di Dio.

Camminando verso la santità, purificandoci dai peccati, migliorando noi stessi ogni giorno, spandiamo il profumo di Dio attorno a noi crescendo nell’intimità divina e diventando promotori di bene nell’ambiente in cui viviamo. È un cammino faticoso, talvolta doloroso, certamente in perpetua salita, ma che tutti siamo chiamati ad intraprendere sostenuti dalla misericordia di Dio.

Il Santo Padre, rivolgendosi personalmente a ciascuno di noi scrive: “Voglia il Cielo che tu possa riconoscere qual è quella parola, quel messaggio di Gesù che Dio desidera dire al mondo con la tua vita. Lasciati trasformare, lasciati rinnovare dallo Spirito, affinché ciò sia possibile, e così la tua preziosa missione non andrà perduta. Il Signore la porterà a compimento anche in mezzo ai tuoi errori e ai tuoi momenti negativi, purché tu non abbandoni la via dell’amore e rimanga sempre aperto alla sua azione soprannaturale che purifica e illumina” (n. 24).

 

Carissimo Fioravante, questa esortazione Papa Francesco la indirizza a tutti i battezzati, ma oggi mi piace ripresentarla soprattutto a te che stai per essere consacrato presbitero nella Santa Chiesa Cattolica. Diventa ogni giorno più santo, rafforza il tuo rapporto con Dio e con i fratelli; con la Grazia che il Signore non ti farà mancare, come non la fa mancare a nessuno che si impegna in questo difficile ma gioioso cammino, trasforma la tua vita, migliora il tuo carattere, perfeziona la tua capacità di relazionarti con gli altri perché la Parola di Dio – attraverso la tua testimonianza – possa decisamente giungere a tutti ed essere serenamente accolta.

Può capitare infatti che lo splendido, glorioso, trasformante e affascinante annuncio evangelico sia oscurato e imprigionato nelle pastoie delle nostre umane povertà che possono impedire la limpida trasmissione della luce della fede.

Oggi è la 55a Giornata Mondiale di Preghiera per le vocazioni: nel suo messaggio il Santo Padre ci ha ricordato che “la vocazione cristiana ha sempre una dimensione profetica. Come ci testimonia la Scrittura, i profeti sono inviati al popolo in situazioni di grande precarietà materiale e di crisi spirituale e morale, per rivolgere a nome di Dio parole di conversione, di speranza e di consolazione”. La crisi materiale, spirituale e morale che attraversa la storia contemporanea è provocata essenzialmente da una profonda carenza di coraggiosa testimonianza.

 

Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto Lui” (1 Gv 3,1). Il breve brano della prima lettera di Giovanni, letto oggi come seconda lettura, viene a ribadire quanto stiamo dicendo. Il dono grande di essere figli di Dio, acquistatoci dal sacrificio redentore di Cristo, deve essere fatto conoscere attraverso una esperienza vissuta della vita di Gesù in noi. La trasmissione della fede non avverrà sostanzialmente attraverso la comunicazione verbale delle Verità Rivelate, ma lasciandoci trasformare e rinnovare dallo Spirito e rendendo in questo modo possibile che il Signore porti a compimento la nostra missione nonostante i limiti e le debolezze umane, talvolta evidenti, talvolta nascoste perfino a noi stessi.

 

Carissimi fratelli e sorelle in Cristo, tra poco – dopo la presa d’atto degli impegni cui sceglie liberamente di sottoporsi il candidato – invocheremo l’aiuto della Chiesa celeste con il canto della litania dei Santi e, mediante l’imposizione delle mani (segno della ininterrotta successione apostolica), l’orazione consacratoria e l’unzione delle mani con il sacro Crisma, il nostro fratello diacono Fioravante riceverà l’Ordine Sacro del Presbiterato. Siamo alla IV Domenica del Tempo di Pasqua, chiamata del Buon Pastore. Gesù è l’inviato del Padre che offre liberamente la Sua vita, è il Buon Pastore che cura il suo gregge con immenso amore, difendendolo dai lupi rapaci e aprendo il cuore anche alle pecore che non sono ancora nel suo ovile per le quali si impegna perché anch’esse si radunino con le altre e possano diventare “un solo gregge con un solo pastore”.

 

Carissimo Fioravante, iniziamo ora il solenne, antichissimo Rito dell’Ordinazione con l’accettazione degli impegni sacerdotali che ogni anno, alla Messa del Crisma il Giovedì Santo – insieme a tutto il presbiterio – rinnoverai con immutato entusiasmo.

Impegnati, con la Grazia di Dio, ad assomigliare sempre più a Cristo Sommo Sacerdote, povero, casto ed ubbidiente al Padre. Non risparmiarti, dai sempre il meglio e il massimo di te stesso, sempre accogliente e disponibile.

Che i fedeli affidati al tuo Ministero vedano in te Gesù, il Buon Pastore, che dona la vita per il Suo gregge.

✠ Salvatore, arcivescovo

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