Lo Stemma
Secondo la tradizione araldica della Chiesa cattolica, lo stemma di un Arcivescovo è composto da:
- uno scudo;
- una croce arcivescovile;
- un cappello prelatizio;
- un cartiglio inferiore recante il motto.
Lo stemma di Mons. Visco reca uno scudo a forma di calice. Esso è diviso in due parti: in quella superiore – chiamata in araldica tecnicamente “capo” – troviamo due palme incrociate: simbolo dei martiri il cui sangue – così come affermava Tertulliano – è il seme di nuovi cristiani. Nella parte inferiore, spicca su fondo azzurro l’immagine di una nave.
Nell’iconografia cristiana la nave è uno dei simboli più ricorrenti: basti pensare alla barca di Pietro che, pur nelle tempeste del mare, non è squassata, proprio perché in essa è presente Cristo, Signore e Salvatore.
La Chiesa, nel suo navigare nel mare della storia, è guidata dalla Maria, Vergine e Madre, simboleggiata dalla stella candida posta in alto a sinistra.
Lo scudo è accollato in palo a una Croce d’oro con cinque gemme rosse per indicare le Cinque Piaghe di Cristo.
“DIRIGE ME DOMINE IN VERITATE TUA”
La croce doppia a due traverse esprime appieno la dignità arcivescovile.
Lo scudo è timbrato dal cappello prelatizio, con cordoni e nodi: il tutto di colore verde.
I fiocchi dello stesso colore, in numero di venti, sono disposti dieci per parte, in quattro ordini.
Sotto lo scudo, nella lista bifida e svolazzante, il motto in lettere maiuscole di nero: “DIRIGE ME DOMINE IN VERITATE TUA“.
Le parole del motto episcopale di Mons. Visco, tratte dal Salmo 24, rivelano la consapevolezza che la sapienza proviene unicamente dal Signore: solo Lui può insegnare ad un pastore le vie per perseguire la verità ed ottenere la salvezza per sé e per il popolo affidatogli dalla divina misericordia.