Carissimi fratelli, la quarta domenica di Quaresima è chiamata Lætare – Domenica della gioia per la Pasqua ormai vicina.
Come ci sembra strana questa definizione nel momento di grande tristezza e incombente pericolo che stiamo vivendo.
Tuttavia quell’invito a rallegrarsi, ripreso dall’antifona della Messa e tratto dalla parte finale del libro del profeta Isaia, si adatta a noi come ai deportati ritornati in una patria ridotta solo a macerie.
È lecito rallegrarsi perché possiamo sperare nella misericordia del Signore.
In questi giorni di tribolazione in cui, guardando al futuro, ci ripetiamo a vicenda: “Andrà tutto bene” o “Ce la faremo”, noi cristiani aggiungiamo “Con l’aiuto di Dio!”.
I drammatici avvenimenti in cui il mondo è avvolto possono impedire alla Luce di essere percepita dagli occhi opachi o completamente chiusi anche dal dolore.
L’episodio del cieco nato guarito, raccontato dal Vangelo, illumina la nostra precarietà come Gesù illuminò gli occhi del cieco, facendoci scoprire – nell’attuale buio – l’essenziale della vita con il superare atteggiamenti conformistici, suggerendo gesti di condivisione e di aiuto ai più deboli, diventando per tutti strumenti di consolazione e di speranza.